La gavetta l’ha fatta, prima di arrivare in politica.
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Un mercato troppo ricco per rinunciarvi
E’ una mia impressione o Google ha dato una bella allentata ai filtri anti-porno? Una volta erano così rigorosi che in Immagini trovavi a stento qualche nudo.
Varie ed eventuali
Ho una specie di angelo protettore contro le file in strada. Mi capita spesso, come stamattina sulla Colombo, di ritrovarmi a guidare in una carreggiata col traffico scorrevolissimo, mentre sulla carreggiata opposta c’è una marea di macchine ferme, intasate in ingorghi lunghi chilometri. Che culo che ho!
Il governo Italiano non ha speranze. Peccato che molta gente continui ad attribuirgli il potere di risolvere i loro problemi (e da qui i suicidi per disperazione di cui si comincia a sentire con una certa frequenza). Io intanto, formichina formichina, continuo a comprare monete d’argento ai mercatini. Ormai ne avrò una quarantina. Visto anche il recente crollo dell’oro (che però credo sia solo una perdita di breve periodo), si rafforza la mia convinzione che sia proprio l’argento il metallo su cui puntare.
Le mie condizioni di salute sono peggiorate notevolmente, fino a qualche mese fa andavo in palestra regolarmente circa 3 volte a settimana (e così era da una vita in pratica), ormai vado su 1-2 a settimana, stringendo i denti. Ma le cose dovrebbero migliorare presto: se i miei oscuri piani riescono, vado in pensione tra pochi mesi e mi libero della tortura della sedia d’ufficio. A quel punto sarà in discesa (si spera), e soprattutto avrò il tempo di fare tante belle cosette che ho in mente.
Recentemente ho rinunciato a un oggetto che desideravo tantissimo perché lo potesse avere qualcun altro. Ho sofferto (e sto ancora soffrendo) per la perdita come una bestia, ma sono sicuro che è la scelta giusta. Gli oggetti sono solo oggetti, e io ho bisogno di concentrarmi su altre cose.
Sto aspettando un libro da Amazon da un mese! Si chiama l’arte dell’egoismo, di David Seabury. Nel frattempo, segno un record negativo in questo 2013: 0 libri letti in 4 mesi finora.
C’è una serie di personaggi pubblici per cui ho una fissazione. Selvaggia Lucarelli è tra questi. Nel suo caso ho l’impressione di essere in grande compagnia, visto che tra le sue varie attrattive ha due tette con cui potrebbe soggiogare una nazione. Insomma sono mesi che provo a chiederle amicizia su Fessbook ma ha tutti gli slot pieni. Ogni tanto provo a vedere se si è liberato un posticino, magari ha bannato qualcuno di quelli che la offendono più o meno frequentemente, ma niente. E pensare che potrebbe avere tra i suoi commentatori un fan sagace, divertente e idolatrante come me e non ce l’ha. Che ingiustizia.
Continuo a non capire come funziona ‘sto spread, anche se del resto me ne importa poco abbastanza da non impegnarmi minimamente a capire cosa lo influenzi. Mi pare che adesso sia bassissimo nonostante l’Italia stia andando a ramengo. Mah.
Ho un vecchio iPhone 3gs. Era già di seconda mano quando l’ho preso 2-3 anni fa, ma ancora impeccabile. Ma ora è in condizioni pietose: il tasto laterale per alzare/abbassare il volume me lo sono perso (è saltato via) da un pezzo, e io mi mangio le unghie così ferocemente che a malapena riesco a cambiare volume premendo la basetta sotto il bottone mancante. Poi ho questa specie di vezzo di far cadere il telefono un giorno si e l’altro pure. Dopo l’ultima rovinosa caduta -di taglio-, il tasto accendi/spegni è rimasto al suo posto ma ha smesso di funzionare. Ora non posso nemmeno più bloccare lo schermo: devo aspettare il tempo preimpostato dopo il quale la tastiera si blocca in automatico. E l’unico modo per spegnere il telefono è far morire la batteria, operazione piuttosto facile visto che pure questa è una ciofeca, dura qualche ora e poi spira. Insomma, per essere un iPhone è un catorcio, ma è un iPhone e a meno di ulteriori notevoli peggioramenti, l’idea di cambiarlo non mi sfiora nemmeno.
Nell’open space in cui lavoro i colleghi più caratteristici sono due. La prima è una romanaccia “accia-accia”, di quelle veraci. Lavora tutto il giorno con la radio accesa. Non un problema per lei, visto che fa una specie di call center in cui riceve le telefonate dei clienti (prendendosi ogni tanto un bel po’ di insulti e incassando in modo lodevole), ma forse potrebbe realizzare che la radio risuona in tutto l’ambiente e che qualcuno vorrebbe anche concentrarsi su altro. Poi c’è il pervertito misterioso: è un uomo, un ragazzo secondo il collega Giuseppe, che giura di aver capito chi è. Insomma nell’open space, ogni tanto all’improvviso, partono dei gemiti a pieno volume che imitano una donna che sta avendo un orgasmo, ma che sono evidentemente prodotti da una voce maschile. Così, senza un apparente motivo. 2-3 volte al giorno te stai lavorando e all’improvviso senti muggire una donna che sta evidentemente godendo come una porca. Dopo pochi secondi smette. Nel nostro cubicolo ci guardiamo sorridendo e non capiamo perché ciò succeda.
Incredibilmente verosimile
A lavora da qualche anno nella corporazione B, compagnia molto nota in Italia e nel mondo.
Io e il mio amico Fabio conosciamo molto bene A, e qualche giorno fa parlavamo della sua situazione lavorativa tra grasse risate.
A si considera un ragazzo intelligente, molto preparato e capace. E’ per questo che assiste agli eventi che succedono nella sua azienda con un misto di rassegnazione e ilarità. A ha realizzato, ormai da parecchio tempo, che la linea manageriale della sua azienda prende tutte le decisioni sbagliate possibili (Dilbert-style), e in tempi di crisi cerca di dirigere il personale usando la linea “continuate a mischiare le carte e fate finta di fare qualcosa di importante, e speriamo che i clienti continuino a firmarci i contratti”.
A ha capito anche che la linea manageriale di B non ha la più minima percezione dei contributi individuali degli impiegati che operano dai clienti: i cazzoni tutte chiacchiere e cravatte continuano a ricevere riconoscimenti e vengono scelti come nuovi manager (del resto chi si somiglia si piglia, ma questi personaggi sono esattamente quelli che stanno facendo andare i conti di B in rosso), i giovani intelligenti, stra-laureati e disposti a lavorare sodo non vengono assolutamente premiati o incentivati. Stagisti vengono presi a prezzi indecenti, munti con contratti di tirocinio / tempo determinato, e poi ringraziati e mandati via. I giovani fortunati come A, che almeno ha un contratto stabile, vengono assegnati a compiti completamente ridicoli e demotivanti.
Come molte grandi aziende, B opera un processo di valutazione dell’operato annuale dei dipendenti, e i manager danno un voto numerico a ciascuno. In base al voto poi c’è un premio in denaro. Dopo essersi impegnato abbastanza duramente nei primi anni col lavoro in B, A ha capito che questi voti vengono dati completamente a casaccio. E ne ha avuto la prova certa dopo la valutazione degli scorsi due anni. Due anni fa si era impegnato molto, si era speso per risolvere un bel po’ di casini lavorando duramente, e aveva preso un voto di semplice sufficienza. Lo scorso anno, ormai completamente scazzato, demotivato, e avendo passato l’anno a raccontare cacchiate coi colleghi e a curarsi gli affaracci suoi in ufficio, ha preso esattamente lo stesso voto.
A ha capito che i manager di B non sanno neanche lontanamente cosa succede sui progetti aziendali. Che tu lavori o non lavori, la loro idea sul tuo operato sembra essere del tutto casuale. Potresti tranquillamente essere oscenamente improduttivo e comunque ritrovarti elogiato, promosso, elevato a posizioni dirigenziali. Il che in effetti spiegherebbe come molti personaggi abbiano potuto fare carriera in B.
Col mio amico Fabio (col quale si è già riso parecchio in passato dell’ambiente di globale scazzo, inefficienza e non-professionalità dei dipendenti B) si proponeva un’altra interessante teoria: i capi in realtà sanno.
Loro sanno esattamente che non stai facendo una beneamata sega e che il tuo lavoro è osceno. Eppure, non fare una beneamata sega e lavorare in modo osceno è comunque una performance molto superiore alla media del dipendente medio B, di un’incompetenza enorme e irraggiungibile.
Ecco perché dicevamo che A dopotutto, continuando a farsi gli affaracci suoi in ufficio, potrebbe un giorno o l’altro essere sorpreso da questo messaggio nella sua casella email (scritto da Fabio e che mi ha fatto piegare in due). E’ ilare proprio perché terribilmente verosimile.
Oggetto: Congratulazioni a A
Testo:
Come annualmente avviene, abbiamo valutato le performance di ciascun dipendente.
Solitamente le conclusioni rimangono riservate, tranne in casi del tutto eccezionali come quello di A. Tutti noi siamo rimasti semplicemente stravolti nel valutare il comportamento di questo dipendente. Il suo approccio al lavoro orribilmente demotivato e confusionario fa si’ che le sue performance siano semplicemente ridicole.
E’ privo anche dei piu’ elementari skills che dovrebbero essere richiesti anche ad un mediocre laureando fuori corso, il che lo porta a fallire sistematicamente gli obiettivi assegnatigli, rendendosi responsabile in piu’ occasioni di fallimenti colossali dell’intera unita’. Ha avuto un impatto disastrosamente demotivante anche sui suoi colleghi, facendo commenti denigratori nei confronti dell’azienda, spesso addirittura beandosi delle difficolta’ generali, dichiarando in pubblico di vedere B come un nemico da abbattere.
Trascorre le giornate impegnato in attivita’ personali, trascurando deliberatamente l’attivita lavorativa, anche qualora vi siano scadenze ravvicinate che richiedrebbero un pieno impegno, e incitando con successo i suoi stessi colleghi a rivolgere l’impegno verso tutto cio’ che non sia connesso con l’attivita’ lavorativa in B.
In definitiva, con il suo comportamento inaccettabile, eticamente agghiacciante nonche’ probabilmente penalmente perseguibile, A rappresenta la negazione vivente di tutti i valori su cui B si fonda.
Alla luce di cio’ e’ apparso chiaro come la sua figura spicchi notevolmente all’interno dell’azienda. In termini di produttivita’, motivazione e capacita’ organizzative, il suo contributo e’ incredibilmente superiore a quello fornito anche dai migliori dipendenti e managers.
Solitamente non e’ facile individuare il miglior dipendente B, in questo caso tuttavia non vi sono stati dubbi e si e’ proceduto per acclamazione. A e’ stato considerato all’unanimita’ come un salto di qualita’ incredibile che mai avremmo potuto immaginare di avere tra noi, nessuno all’interno dell’azienda puo’ anche solo fantasticare di contribuire piu’ di lui per B.
Ci congratuliamo con lui per i risultati ottenuti e fin qui’ descritti e per le responsabilita’ manageriali di altissimo livello che certamente gli verranno affidate a breve!
Human Resources – B Italia
eCig
Continuano a spuntare da tutti i pizzi nuovi negozi che vendono sigarette elettroniche. Alcuni di loro non sono semplici tabaccai che le vendono in aggiunta a tutto il resto, no, sono proprio negozi che vendono esclusivamente le sigarette elettroniche e gli accessori. Mi sfugge qualcosa: come cavolo faranno a fare affari? Le uniche motivazioni che riesco a pensare:
- per ‘sta sigaretta elettronica è previsto un grosso mercato
- ‘sta sigaretta elettronica costa un occhio della testa, per cui anche se ne vendono tre a settimana i negozi ci rientrano
- ‘sta sigaretta elettronica in realtà ti toglie il vizio solo per un breve periodo e poi ci ricaschi, per cui ogni tre mesi sei lì dal negoziante a comprartene una più potente
E poi mi immagino la pausa sigaretta, con vari tipi che fumano quelle normali e uno che si aggiunge e si accende la sigaretta a vapore. Non si sentirà un po’ ridicolo? Certo, in realtà non è più ridicolo degli altri che stanno trangugiando fumo vero, ma insomma che smetta del tutto e via.