Il cafone col bagaglio troppo grande negli aereoporti

Se come me volate con una certa frequenza con le compagnie low cost, e’ probabile che vi sia capitato di vederlo in azione: il cafone col bagaglio troppo grosso che bisticcia con le hostess di fronte la porta d’imbarco dell’aereo.

Oh, per carita’, ce ne saranno vari rappresentanti anche stranieri, ma non sara’ mica un caso se a me e’ capitato di vederne sempre e solo italiani (e ti pare) a fare queste scene pessime.

Ammetto che compagnie low cost un po’ ci marciano su questa cosa, visto che le penalita’ che fanno pagare sono veramente alte (p.e. 50 euro Ryanair, 25 euro Vueling), quando scoprono che stai per imbarcarti con un bagaglio fuori misura.

Ma del resto quelli sono chiari e cristallini: questi sono i prezzi e le condizioni sulle dimensioni del bagaglio, se non le rispetti o paghi o il bagaglio lo lasci a terra.

Ma una regola cosi’ semplice a qualcuno proprio non gli entra.

Mentre ‘sto qualcuno blocca la fila sfiancando la povera hostess (che probabilmente se ne sciroppa piu’ di uno al giorno), parte con le sue motivazioni: “Eh ma c’ho viaggiato pe’ du’ anni co’ sta valigia! Come sarebbe che mo’ non va bene piu’? Ma che state fori?” oppure di ritorno dal weekend a Madrid alla malcapitata spagnola: “Ma non e’ possibile, ci ho viaggiato all’andata con la stessa valigia, e mo’ al ritorno volete che pago? No no, mi faccia parlare con un superiore”.

Insomma, io nella figura della hostess risponderei “tesoro, a me non importa se hai viaggiato 2 o 50 anni con quel bagaglio in passato. Ne’ mi importa se la collega italiana non ha fatto bene il suo lavoro e ti ha fatto imbarcare con un bagaglio fuori norma. Io sono responsabile del mio di lavoro, che e’ applicare le regole. Le regole sono scritte, le hai accettate comprando il nostro servizio, se non ti va bene semplicemente non usare piu’ il servizio (leggasi “vedi da andattene a vola’ co’ qualcun altro”).

E’ una regola una. E’ semplice da rispettare. Se non la rispetti paghi (salato, e’ vero).

Prenditi la responsabilita’ dei tuoi errori caro bloccatore di file, e magari la prossima volta invece che usare il tuo tempo a incavolarti perche’ devi pagare un sovrapprezzo, usalo prima per accertarti che il bagaglio entri dentro quel benedetto contenitore. Grazie!

Varie ed eventuali

Ho una specie di angelo protettore contro le file in strada. Mi capita spesso, come stamattina sulla Colombo, di ritrovarmi a guidare in una carreggiata col traffico scorrevolissimo, mentre sulla carreggiata opposta c’è una marea di macchine ferme, intasate in ingorghi lunghi chilometri. Che culo che ho!

Il governo Italiano non ha speranze. Peccato che molta gente continui ad attribuirgli il potere di risolvere i loro problemi (e da qui i suicidi per disperazione di cui si comincia a sentire con una certa frequenza). Io intanto, formichina formichina, continuo a comprare monete d’argento ai mercatini. Ormai ne avrò una quarantina. Visto anche il recente crollo dell’oro (che però credo sia solo una perdita di breve periodo), si rafforza la mia convinzione che sia proprio l’argento il metallo su cui puntare.

Le mie condizioni di salute sono peggiorate notevolmente, fino a qualche mese fa andavo in palestra regolarmente circa 3 volte a settimana (e così era da una vita in pratica), ormai vado su 1-2 a settimana, stringendo i denti. Ma le cose dovrebbero migliorare presto: se i miei oscuri piani riescono, vado in pensione tra pochi mesi e mi libero della tortura della sedia d’ufficio. A quel punto sarà in discesa (si spera), e soprattutto avrò il tempo di fare tante belle cosette che ho in mente.

Recentemente ho rinunciato a un oggetto che desideravo tantissimo perché lo potesse avere qualcun altro. Ho sofferto (e sto ancora soffrendo) per la perdita come una bestia, ma sono sicuro che è la scelta giusta. Gli oggetti sono solo oggetti, e io ho bisogno di concentrarmi su altre cose.

Sto aspettando un libro da Amazon da un mese! Si chiama l’arte dell’egoismo, di David Seabury. Nel frattempo, segno un record negativo in questo 2013: 0 libri letti in 4 mesi finora.

C’è una serie di personaggi pubblici per cui ho una fissazione. Selvaggia Lucarelli è tra questi. Nel suo caso ho l’impressione di essere in grande compagnia, visto che tra le sue varie attrattive ha due tette con cui potrebbe soggiogare una nazione. Insomma sono mesi che provo a chiederle amicizia su Fessbook ma ha tutti gli slot pieni. Ogni tanto provo a vedere se si è liberato un posticino, magari ha bannato qualcuno di quelli che la offendono più o meno frequentemente, ma niente. E pensare che potrebbe avere tra i suoi commentatori un fan sagace, divertente e idolatrante come me e non ce l’ha. Che ingiustizia.

Continuo a non capire come funziona ‘sto spread, anche se del resto me ne importa poco abbastanza da non impegnarmi minimamente a capire cosa lo influenzi. Mi pare che adesso sia bassissimo nonostante l’Italia stia andando a ramengo. Mah.

Ho un vecchio iPhone 3gs. Era già di seconda mano quando l’ho preso 2-3 anni fa, ma ancora impeccabile. Ma ora è in condizioni pietose: il tasto laterale per alzare/abbassare il volume me lo sono perso (è saltato via) da un pezzo, e io mi mangio le unghie così ferocemente che a malapena riesco a cambiare volume premendo la basetta sotto il bottone mancante. Poi ho questa specie di vezzo di far cadere il telefono un giorno si e l’altro pure. Dopo l’ultima rovinosa caduta -di taglio-, il tasto accendi/spegni è rimasto al suo posto ma ha smesso di funzionare. Ora non posso nemmeno più bloccare lo schermo: devo aspettare il tempo preimpostato dopo il quale la tastiera si blocca in automatico. E l’unico modo per spegnere il telefono è far morire la batteria, operazione piuttosto facile visto che pure questa è una ciofeca, dura qualche ora e poi spira. Insomma, per essere un iPhone è un catorcio, ma è un iPhone e a meno di ulteriori notevoli peggioramenti, l’idea di cambiarlo non mi sfiora nemmeno.

Nell’open space in cui lavoro i colleghi più caratteristici sono due. La prima è una romanaccia “accia-accia”, di quelle veraci. Lavora tutto il giorno con la radio accesa. Non un problema per lei, visto che fa una specie di call center in cui riceve le telefonate dei clienti (prendendosi ogni tanto un bel po’ di insulti e incassando in modo lodevole), ma forse potrebbe realizzare che la radio risuona in tutto l’ambiente e che qualcuno vorrebbe anche concentrarsi su altro. Poi c’è il pervertito misterioso: è un uomo, un ragazzo secondo il collega Giuseppe, che giura di aver capito chi è. Insomma nell’open space, ogni tanto all’improvviso, partono dei gemiti a pieno volume che imitano una donna che sta avendo un orgasmo, ma che sono evidentemente prodotti da una voce maschile. Così, senza un apparente motivo. 2-3 volte al giorno te stai lavorando e all’improvviso senti muggire una donna che sta evidentemente godendo come una porca. Dopo pochi secondi smette. Nel nostro cubicolo ci guardiamo sorridendo e non capiamo perché ciò succeda.

A trip to la Boqueria market in Barcelona

This is a video I made in la Boqueria. As a passionate about food and nutrition, it’s no surprise that it’s my favorite place in Barcelona. Very, very interesting. I like the enormous amount and variety of fresh fruit (healthy), the unusual things you can find (I bought a water coconut last week, the conic shaped one), but I am truly horrified by the butchers (there are some who sell animal heads -with eyes-) and feel sorry for all those poor crabs and lobsters who are left alive on the tables.

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