Ho osservato che molte persone vivono la loro vita coscienti che ci sono diverse limitazioni alla loro libertà. Per esempio, alcune limitazioni estremamente comuni sono la mancanza di tempo libero, essere intrappolati in un lavoro insignificante, la scarsità finanziaria dovuta a tasse/mutui.
Gran parte di queste persone capisce che le limitazioni esistono perché esiste un’ entità oppressiva, qualcosa a cui spesso ci si riferisce come “il sistema“. Però, spesso il sistema viene identificato con il governo soltanto, mentre io penso che sia importante prendere in considerazione due altri fattori che sono parti principali del problema anch’essi: i media mainstream e le corporazioni. Questo è il motivo per cui ho scritto il precedente articolo Che cos’è il sistema?, per aiutarti a vedere un quadro completo di chi sta causando le limitazioni.
Ora è tempo di cercare soluzioni. Nonostante quello che ti diranno i pessimisti cronici, liberarti dal sistema è possibile. Tutto quello che richiede è fare le cose in modo diverso dalla massa.
Infatti, sto per analizzare una lista di quattro reazioni differenti nei contronti del sistema che le persone possono avere. Quello che voglio mostrare è che, mentre le prime tre reazioni di questa lista sono molto più popolari, esiste una quarta opzione -una che considerano in pochissimi- e che “funziona” meglio di tutte le altre.
1. Lamentarsi, ma continuare a farsi sfruttare
Questa è di gran lunga la reazione più diffusa, vedo questo comportamento tutto il tempo.
È pieno di persone che hanno forti sentimenti negativi nei confronti dei frontmen del sistema (tipicamente i politici che vengono più esposti dai media), e che si lamentano infinitamente della loro condotta.
Queste persone esprimono disappunto e disusto in ogni conversazione relativa alle decisioni del governo, borbottano davanti alla televisione, scrivono post arrabbiati nei social network. Ma poi, il giorno dopo si presentano a lavoro e continuano la schiavitù. Facendo questo, in realtà nutrono quelle stesse persone di cui si lamentano.
Infatti, i membri corrotti di governo, media e corporazioni non si nutrono dell’ apprezzamento della gente: si nutrono del lavoro della gente. Non si preoccupano molto degli insulti, il loro ego di solito è grande abbastanza. Finché quelle stesse persone che li insultano continuano a presentarsi a lavoro, fornendogli denaro (attraverso le tasse) e specialmente beni e servizi (che loro non vorrebbero mai fornire svolgendo lavori non piacevoli), sono perfettamente a posto.
Un membro corrotto del governo probabilmente non darà le dimissioni per gli affronti che riceve nei social network. Un quotidiano online non smetterà la sua propaganda solo perché la gente lo accusa di mentire nella sezione dei commenti. E il capo di una corporazione non smetterà di distruggere l’ambiente semplicemente perché la gente dice che è immorale.
Essi smetteranno solo quando i cittadini smetteranno questo comportamento duale di lamentarsi di loro e anche finanziarli con il proprio lavoro.
Ora, se proprio ti piace lamentarti, non ti preoccupare: sei in buona compagnia. Puoi unirti alla maggioranza e lamentarti tutti i giorni di quanto i politici siano immorali, e di quanto oltraggiosa sia la loro condotta. Puoi sentirti soddisfatto di essere abbastanza coraggioso da usare la tastiera di un computer per insultare i tuoi politici via internet. Poi sei pronto per un altro giorno di schiavitù. Sii cosciente solo di una cosa: sei nel gruppo che costituisce la linfa vitale del sistema.
2. Combattere il sistema
Combattere il sistema è una seconda possibile reazione. Non altrettanto popolare quanto lamentarsi soltanto come fanno in molti (preferibilmente dietro lo schermo di un computer), ma è comunque un approccio che è molto attraente per parecchie persone.
Il desiderio di combattere il sistema è un indicatore salutare che alcune persone non accettano passivamente di essere sfruttate da governo, media e corporazioni. Capiscono che digitare alcuni insulti in internet, o borbottare di fronte al telegiornale, non serve ad alcuno scopo pratico. Allora si organizzano attivamente per produrre un cambiamento, e la strada principale che scelgono di solito per raggiungere questo obiettivo è la politica.
Sfortunatamente, per quanto questo approccio venga generalmente considerato “coraggioso e generoso” ci sono diverse ragioni per cui non lo considero un’ opzione intelligente.
La prima ragione è che, se decidi di combattere il sistema, dai via molto del tuo tempo personale e della tua energia -entrambi limitati e preziosi- nel farlo. Questo tempo e energia vengono sottratti dal tempo/energia che in realtà potresti usare per godere della tua libertà.
Molte persone decidono di fare il sacrificio comunque, perché sentono che stanno combattendo anche in nome degli altri, ma spesso stanno solo vivendo in una utopia: credere che gli altri cittadini vogliano essere liberati, così tanto quanto lo vogliono loro.
Se spenderai altrettanti anni quanti ne ho spesi io cercando di liberare le persone dalle differenti limitazioni causate dal sistema (per esempio spiegando perché molti lavori corporativi sono forme moderne di schiavitù, o contrastando la disinformazione diffusa dai media), alla fine concluderai che molte persone semplicemente non vogliono essere libere. Teorizzano di essere libere -si- ti incoraggeranno entusiasticamente a combattere, e ti applaudiranno persino. Ma poi si cercheranno un capo per cui lavorare.
Per molte persone la libertà è una bellissima teoria, e vogliono che rimanga proprio quello: solo una teoria.
Inoltre, non penso che sacrificare il tuo tempo/energia abbia senso anche perché la decisione di combattere il sistema è basata su un’assunzione sbagliata: che il sistema sia localizzato esclusivamente nel trio governo-media-corporazioni.
Certamente, queste strutture sono le tre più alte espressioni del sistema, e dovresti decisamente tenerle molto sott’ occhio. Ma la mentalità di ingannare e mentire che rendono governo-media-corporazioni delle entità così oppressive appartiene anche ai “comuni” cittadini, gli stessi cittadini che ti incoraggiano a combattere.
Di solito, la differenza principale tra molti cittadini e i politici è che il politici sono lassù, in posizioni di potere, solo perché sono più astuti. Ma per il resto, quei cittadini ingannano e mentono alla stessa maniera, solo in scala ridotta. Quindi ti applaudono se combatti per loro -sono felici, certo, se li aiuti a non essere più sfruttati- ma essi stessi non sono poi così disponibili a diventare virtuosi. Sei sicuro che ti vuoi sacrificare per loro?
E ultimo significativo svantaggio: se ti organizzi per provare a buttare giù il sistema, se aderisci a un partito politico o a qualche altra struttura, guadagni dimensioni. Se diventi grande, sarà più facile per il sistema notarti, e quindi si difenderà, e ti attaccherà di rimando.
Non nego che vittorie importanti possono essere raggiunte in questa maniera. Ma vedo una sproporzione tra queste vittorie e l’enorme ammontare di risorse (tempo/energia) che combattere il sistema ti richiede. Questa sproporzione, per me, non assomiglia molto alla libertà.
3. Unirsi al sistema
“Se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro.” dice un vecchio proverbio. È indiscutibile che unendoti al sistema, anche se solo ai livelli più bassi, metti te stesso in una posizione di favore.
Puoi ottenere un lavoro in una di quelle istituzioni che producono poco o nessun valore per la società, e guadagnarti da vivere predando quelli che il valore lo producono. Per esempio, nei miei precedenti articoli ho spiegato che considero gli stabilimenti politico e bancario dei grandi circhi che consumanto enormi quantità di risorse e producono quasi niente.
Puoi entrare in questi stabilimenti e, senza necessariamente dover raggiungere la cima delle loro gerarchie, godrai benefici che i lavoratori che hanno mansioni simili, ma in settori differenti, non avranno mai.
Per quanto mi costa ammetterlo, questo approccio funziona nel darti notevoli vantaggi. In generale, ci sono più soldi da fare. Più riconoscimenti. Più stabilità finanziaria.
Ma non posso evitare di sterzare nella filosofia qui, con una prospettiva personale. Per me, scegliere di essere parte del sistema è, se non “immorale” (una parola che non mi piace usare perché capisco che per ogni persona la moralità è differente), piuttosto deprimente. Non sceglierei questa soluzione perché mi piace lavorare per creare qualcosa di utile e bello per me e anche per le altre persone, piuttosto che solamente parassitare quello che gli altri producono.
Considera anche due importanti e più pratici “contro” di questa scelta. Lavorare come parte del sistema, ad esempio svolgendo un lavoro improduttivo per il governo, qualche media mainstream, o una corporazione bancaria, significa lavorare attivamente alla causa di questi produttori di problemi. E i problemi affliggeranno qualcuno di certo, prima o poi. Se non sarà questa generazione, saranno le prossime.
Anche se non te ne importa delle prossime generazioni, c’è un’ altra ragione per cui non raccomando unirsi al sistema come un buon modo di raggiungere la libertà: non ti pone in una posizione indipendente. Dipendi sempre da quella parte della popolazione che produce (beni e servizi concreti).
E poi, naturalmente, c’è una parte della popolazione che non potrai mai raggiungere nella tua missione parassitica, perché è molto elusiva. Sono quelli che scelgono di fare alla seguente maniera.
4. Uscire dal sistema
Sarai in grado di liberare te stesso se agisci individualmente, come un pesce piccolo e veloce.
I pesci che adottano la reazione 1 (lamentarsi) resteranno nella rete per sempre, senza nemmeno provare a sfuggire dalla trappola.
I pesci che adottano la reazione 2 (combattere) sono pesci che provano a convincere gli altri pesci a spingere contro la rete, per distruggerla. Ma aggregandosi diventano come pesci grandi e lenti, che la rete tiene intrappolati anche più strettamente.
I pesci che adottano la reazione 3 (unirsi) stanno lavorando per i pescatori. Hanno bisogno di cercare prede, continuamente. A breve termine hanno alcuni benefici, ma a lungo termine essi, o le loro generazioni successive, soffriranno per i danni causati al mare.
I pesci che adottano la reazione 4 (uscire) sono una netta minoranza, agiscono individualmente, prendono il tracciato meno battuto, e sono quelli con le più alte percentuali di successo nel raggiungere la libertà.
Come uscire dal sistema
Sii piccolo e veloce. Sfrutta queste caratteristiche. Preoccupati di liberare te spesso prima. Non organizzarti ed evita di confrontare il sistema apertamente. Come primo passo, comincia col riconoscere gli errori che le altre persone stanno facendo.
Questo è importante, perché quei primi tre comportamenti che ho descritto sopra sono così diffusi, così tanta gente li adotta in reazione al sistema, che devi fare uno sforzo per realizzare che -non conta quante persone reagiscano in quei modi- non sono le strategie più intelligenti.
Il prossimo passo, devi realizzare che la cosa più valevole che puoi offrire, come persona, è il tuo lavoro. Quello che fai con il tuo tempo. E il tuo lavoro è quello che il sistema desidera veramente. Non sono i soldi: i capi del sistema sanno che i soldi, alla fine, sono solo un costrutto mentale. Loro vogliono i beni e i servizi che produci lavorando decine di ore a settimana in lavori noiosi, stressanti, duri, che vengono tassati pesantemente. Loro non voglio fare questi lavori, preferiscono che li faccia tu, e che tu metta sul mercato i beni/servizi risultanti in cambio di pochi pezzi di carta (che loro producono e controllano).
Molte persone glielo lasciano fare, ma tu puoi fare scelte diverse.
Viene spesso detto che in molti lavori impiegatizi paghi così tante tasse che finisci a lavorare 5-6 mesi all’ anno solo per nutrire il governo (che nutrirà, in cascata, i suoi alleati media e corporazioni), e solo il resto dell’ anno per te stesso. Non so se le proporzioni sono così cattive, ma mi sembrano vicine alla realtà. E io penso che sia troppo.
Non sei costretto a essere sfruttato in questa maniera. Apri gli occhi e vedrai alternative che usualmente la massa è troppo cieca per vedere. Puoi scegliere un lavoro che è tassato meno, specialmente di tipo imprenditoriale. Puoi generare reddito attraverso flussi passivi. Puoi trasferirti in un paese differente con istituzioni meno abusatrici.
Se lasci un lavoro che non ti piace, un lavoro che è pesantemente tassato da un governo che non fornisce alcun valore decente in cambio, ci sono degli effetti molto positivi.
Sottrai immediatamente una risorsa al sistema. Questo è davvero il danno più grande che puoi fargli, anche più che combattendolo attraverso l’azione politica. La linfa del sistema è il lavoro che i cittadini gli offrono. È il flusso di impiegati che si svegliano ogni mattina, bevono il caffè, si affrettano fuori di casa, si incolonnano nel traffico, e passano 8 ore al giorno producendo beni/servizi che verranno messi sul mercato per appena qualche pezzo di carta.
Ma cosa succederebbe se più e più persone abbandonassero questa routine, fino a raggiungere una massa critica? Il sistema collasserebbe per la fame. Questo non succederà presto probabilmente, ma distaccando te stesso da questo modello dai il tuo contributo in questa direzione. Nel frattempo, rimani concentrato sulla tua situazione personale.
Riconosci che quello che fai con il tuo tempo, il tuo “lavoro”, è un tesoro. Assicurati che questo tesoro consista in un’ attività creativa, che ti piace svolgere, che ti appaga, che produce valore concreto per i tuoi clienti. E assicurati di essere tu il principale beneficiario di questa attività, non i politici pigri o i banchieri che stampano rettangoli di carta.
Ricorda che non tutti i lavori sono tassati allo stesso livello: scegli quelli in cui il carico fiscale è più leggero allora. E se la situazione davvero diventa troppo oppressiva nel tuo paese, se è troppo difficile evitare di lavorare molti mesi l’anno per il sistema, allora vai a lavorare in un altro paese che ti permetta di prosperare. Vota con i tuoi piedi.
Agisci da solo, adesso, senza aspettare che gli altri si sveglino. Se cerchi di liberare tutti gli altri insieme a te, indiscriminatamente, diventerai grande e lento come le istituzioni da cui stai cercando di liberarti. Perderai il vantaggio di essere un pesce piccolo e veloce.
Non è un comportamento troppo egoistico?
Io penso che sia esattamente il contrario.
Non tutti quelli che vengono sfruttati dal sistema sono pronti per uscirne, e nuotare verso la libertà. Gran parte delle persone non lo vedono nemmeno il sistema, ne sentono solo il dolore. E tra quelli che lo vedono, molti insistono ad adottare le reazioni 1, 2 e 3.
Ma c’è una quantità di persone pronte per un passo successivo, che sono pronte per la libertà. Indica loro la strada, mostra loro come fai tu. Dare un esempio ispiratorio è decisamente la cosa più generosa che puoi fare!
Note: Per questo articolo sono stato ispirato dall’esperienza in Italia del “movimento cinque stelle”, il film the Matrix, l’ allegoria della caverna di Platone, e al solito dalle bellissime idee di Loren Howe e Harry Browne.
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