Ormai posso dire di conoscere piuttosto bene sia Roma che Barcellona, per cui voglio scrivere alcune mie osservazioni sulle due città facendo un confronto. Purtroppo per lei, ve lo anticipo subito, Roma prenderà qualche sonora bastonata…
In generale, di Barcellona posso confermare quanto dissi nel 2003, quando la visitai per la prima volta: è sicuramente bella, però non ha granché di speciale, se non altro in termini di monumenti, arte, scultura. Questo vale naturalmente prendendo come riferimento Roma, che ha una quantità di posti così incredibilmente straordinari che ti lasciano davvero senza fiato.
A Roma ci sono san Pietro con la cappella Sistina, piazza Navona con le sue meravigliose fontane, la piazzetta del Pantheon con le luci soffuse la sera, fontana di Trevi, e chi più ne ha più ne metta. Fai una passeggiata in centro, e ogni cento metri ti trovi davanti qualcosa di stellare. La più umile, semi-nascosta fontanella nella nicchia di un palazzo merita almeno qualche foto.
Barcellona non si può nemmeno accostare. Il monumento più famoso è la Sagrada Familia, che è sicuramente notevole, ma che però mi deluse già un pochetto la prima volta, con tutte quelle impalcature da lavori in corso. La Rambla, famosissima via in centro in cui c’è un continuo fiume di gente che cammina su e giù, in realtà è una via normalissima. Piena di negozi, ristoranti, artisti di strada, certo. Ma è una via normalissima.
Cos’ altro c’è a Barcellona? Piazza Catalunya e piazza Espanya, il palazzo nazionale, i giardini del Montjuic, il quartiere gotico, le statue di Gaudí, le spiagge. Tutto molto bello, eppure mancano i monumenti davvero memorabili, non ci sono tanti punti di interesse con l’ x-factor quanti ce ne sono a Roma.
Secondo me esiste quindi un mistero: come riesce Barcellona a reggere così bene il confronto con Roma nelle classifiche dei flussi turistici in Europa?
Ho fatto qualche ricerca e parecchie fonti indicano Londra e Parigi come prime due mete turistiche in Europa occidentale, seguite al terzo posto da Roma e al quarto da Barcellona. Mi è difficile trovare statistiche sicure e aggiornate, ma visto che spesso sono lì di persona, posso senz’ altro confermare un fatto indiscutibile: Barcellona ha un flusso turistico di proporzioni impressionanti, tutto l’ anno.
Ho l’idea che questo flusso, che tutto sommato non è giustificato da tanti monumenti particolarmente spettacolari, è giustificato in realtà da una serie di altri punti di forza che Barcellona ha saputo sviluppare, e che le garantiscono il successo che sta avendo. Vediamo quali sono, evidenziando le differenze che ci sono rispetto a Roma.
Innanzitutto: il talento dell’amministrazione
Barcellona, oggi, è amministrata da gente capace. Quel “poco” che hanno, lo sanno valorizzare e vendere bene. Ma soprattutto, laddove manca qualcosa, ci pensano loro ad aggiungerlo: in termini di attrazioni turistiche, ma anche in termini di eventi.
Un esempio di attrazione turistica creata sulla base del (quasi) nulla è la fontana magica. Si tratta di uno spettacolo di acqua, musica e luci fatto davanti al palazzo nazionale, di sera, nei weekend. La fontana usata per creare lo spettacolo è molto grande, ma la sua architettura è francamente modesta. Eppure, proprio partendo da una fontana così modesta, hanno saputo creare uno spettacolo molto suggestivo e che rappresenta certamente un’ attrazione per i turisti.
Sul fronte della capacità di creare eventi, invece, un ottimo esempio è il Mobile World Congress. Questa enorme fiera tecnologica, riguardante l’evoluzione di internet e comunicazioni mobili, ha acquisito ormai una rilevanza mondiale. All’ ultima edizione sono intervenuti i leader di molte delle aziende più influenti al mondo, tra cui Zuckerberg di Facebook e Wales di Wikipedia. La quantità di risorse che questo evento fa convergere verso Barcellona è davvero enorme.
Mi vengono in mente molti altri esempi da aggiungere a entrambe le categorie, ma voglio evitare di fare un elenco. In generale, trovo che Barcellona abbia un certo talento nel trasformare “quartieri normali”, in cui non ci sono né opere di Michelangelo né antiche rovine, in “quartieri interessanti”, grazie alla sapiente aggiunta di un mercatino, un’ installazione moderna, un giardino, un’ esposizione.
Non vedo la stessa abilità in Roma.
La nostra capitale è seduta su una miniera d’oro lasciatale dalle generazioni passate, ma oggi ha un’amministrazione talmente incapace/corrotta che non sa sfruttare questa miniera.
Io faccio spesso passeggiate nel centro di Roma, e ogni volta rimango stregato dalla sua bellezza. Non solo quella dei monumenti più famosi: a volte gironzolo a caso e mi ritrovo a entrare in chiese sconosciute, mai sentite nominare prima, e dentro ci scopro mosaici, dipinti, intarsi, cose straordinarie. Cose alla cui creazione, mi rendo conto, gli autori hanno dedicato anni ed anni della loro vita.
Eppure, quasi sempre di ritorno da queste passeggiate, tiro le somme e constato che praticamente tutto ciò di bello che ho ammirato, tutto ciò intorno cui erano ammassati i turisti, sono cose arrivate dal passato, create dalla civiltà antica. Templi dell’antico impero romano, chiese del rinascimento, palazzetti medievali…
…e la Roma moderna che cosa sta aggiungendo a questo patrimonio? Troppo poco, direi. Quasi niente. Per lo più sta campando grazie a quegli antichi tesori, ma senza aggiungere alcun contributo degno di nota. Questo, naturalmente, non tenendo in conto “meraviglie” dai costi esorbitanti come la nuvola di Fuksas.
E sul fronte eventi, mentre Barcellona sceglie di concentrarsi sullo sviluppo tecnologico con il Mobile World Congress, Roma si prepara in questo periodo a ricevere i fedeli per un “giubileo extra” indetto dal Vaticano, ovvero l’evento di una religione centrata su Gesù Cristo, personaggio che con molte probabilità non è nemmeno mai esistito storicamente.
Comunque, tutto sommato, uno potrebbe anche pensare che considerate quante cose ci sono già, Roma se lo può anche permettere di sedersi sugli allori, e può limitarsi semplicemente a gestire l’ esistente.
La gestione di quello che già c’è
Dal punto di vista strettamente turistico, secondo me Barcellona sa proteggere un po’ meglio i suoi monumenti di punta.
Ad esempio, non ho mai visto enormi schiere di venditori abusivi sulla Rambla, o nelle piazze principali. Ed intorno alla Sagrada Familia ci sono soprattutto negozi che -seppure a caro prezzo- vendono principalmente souvenir il cui tema è Gaudí o la Spagna.
A Roma la situazione è più selvaggia. A volte i suoi capolavori sono circondati da situazioni imbarazzanti: schiere di africani che vendono borse cinesi nella piazzetta del Pantheon, via dei Fori invasa da venditori di aste telescopiche per fotografie selfie, fontana di Trevi assediata da fotografi pakistani, mischiati tra i turisti e muniti di polaroid, che fanno foto alle coppie chiedendo poi cinque/dieci euro.
Queste situazioni al contorno, che inevitabilmente diminuiscono il fascino dei monumenti, non sono altrettando comuni a Barcellona perché probabilmente c’è un controllo più rigoroso e una minore tolleranza al degrado.
Poi ci sono gli aspetti meno strettamente turistici, come la gestione di trasporti e la pulizia stradale. Questi sono aspetti che influiscono molto sulla qualità della vita dei residenti, ma naturalmente impattano anche l’esperienza della città che hanno i turisti. Anche in questo caso, secondo me, la spunta Barcellona.
Le metropolitane sono un po’ più pulite e affidabili. Non ho mai visto tanti bus stracolmi, con i passeggeri pigiati come sardine, quanti ne ho visti a Roma. I tassisti abusivi non mancano neanche lì, ma almeno a Barcellona non sono sfacciati come quelli romani, che piantonano la zona arrivi dell’ aereoporto. E poi, differenza importante, l’amministrazione di Barcellona investe su un mezzo semplice eppure cruciale per diminuire il traffico: le bici.
Bici pubbliche e traffico
Barcellona ha un sistema di bici pubbliche da applausi.
Ci sono stazioni ovunque, basta passare una tessera sul lettore magnetico per prendere una bici, da riconsegnare poi alla stazione di arrivo. I costi sono bassissimi e la manutenzione delle bici è ottima. La qualità del servizio è alta per cui tantissime persone lo usano (me incluso), e questo contribuisce parecchio a ridurre il traffico.
Roma non ha ancora niente di simile, il che è sorprendente considerato quanto questo semplice mezzo potrebbe migliorare la viabilità della città. E c’è parecchio da migliorare, dato che il traffico nella nostra capitale è un problema gigantesco.
A Roma vige la regola che se prendi la macchina “sai quando parti ma non sai quando arrivi“. Di questo è certamente responsabile l’amministrazione, in buona parte, pur considerando l’attenuante che Roma ha una geografia e delle dimensioni più ostiche rispetto a Barcellona. Ma di questo sono responsabili anche i cittadini romani stessi, con i loro comportamenti.
A Roma, per dirne uno, parcheggiare in doppia fila rientra molto di più nell’ambito della “normalità”. Questa è un’ abitudine davvero odiosa che vedo raramente a Barcellona.
Rifacimenti stradali ovunque
Di tanto in tanto a Barcellona ho l’opportunità di vedere non solo il centro città, ma anche diversi quartieri periferici. E un po’ dovunque vedo lavori in corso per migliorare il suolo stradale, rifare i marciapiedi, mantenere i giardini.
Non mi illudo che anche a Barcellona una parte consistente dei soldi -quelli che l’amministrazione ottiene da tasse e turismo- non venga inghiottita dalla corruzione, eppure l’impressione è che una frazione di risorse un poco maggiore rispetto a Roma venga reimpiegata nella manutenzione della città.
Diversi dei quartieri meno centrali di Barcellona mi sembrano, tutto sommato, decisamente puliti e vivibili. Non ho la stessa impressione a Roma, dove già allontanandosi poche fermate di metro dal centro appare qualche segno di degrado.
Che succede, ad esempio, se metto a confronto due quartieri residenziali e non-centrali che conosco bene in entrambe le città, Poblenou a Barcellona e Garbatella a Roma?
Poblenou è pulito, i giardini ben curati, non ci sono abusivi sui marciapiedi, l’area dietro il lungomare è attrezzata con percorsi per fare peripezie con biciclette e pattini (molto popolare tra i giovani tra l’altro, un altro esempio di come creare un’ attrazione dal nulla, con un po’ di cemento). In questo periodo, a Poblenou ci sono in rifacimento tutta l’area dietro il litorale e lo stradone principale.
A Garbatella, invece, per camminare devi fare la gimcana tra bancarelle abusive e auto parcheggiate ovunque: sulle strisce pedonali, davanti ai cassonetti, sui marciapiedi. Il parcheggio in doppia fila è uno sport che si pratica tutti i giorni, tutto il giorno. Le strade sono leggermente più sporche e i giardini hanno spesso l’erba alta. In questo periodo, a Garbatella non mi viene in mente alcun lavoro di manutenzione degno di nota.
Penso a diversi altri quartieri delle due città per i quali, ripetendo il confronto, otterrei un esito simile a favore dei quartieri di Barcellona.
X-factor concentrato vs x-factor diluito
In termini di architettura, tra Roma e Barcellona esiste una netta differenza.
La caratteristica di Roma è che la sua bellezza è concentrata in punti. Il centro della città è tempestato di gioielli: statue, obelischi, chiese, fontane, piazze. E come ho scritto sopra, Barcellona questi gioielli non ce li ha di certo, non della stessa fattura almeno.
C’è da notare però che Barcellona ha una bellezza più diluita in tutta la città. Non ci sono piazzette che possiedono lo stesso carisma delle piazzette romane, però in compenso ci sono interi quartieri, anche in zone fuori dal centro turistico, in cui le facciate dei semplici palazzi residenziali sono molto belle, decisamente degne di nota.
A Barcellona l’hanno fatto nel passato e vedo che continuano a farlo nel presente: quando si costruisce o si restaura un edificio, quando se ne intonaca la facciata, vengono spesso incorporati rilievi con motivi floreali, riccioli, mosaici. I balconi delle abitazioni della gente “comune” poggiano spesso su bellissimi capitelli.
Questo a Roma non viene proprio fatto. A Roma, fuori dal centro, sembra che moltissime abitazioni che sono “semplicemente residenziali” non vengano mai considerate degne di venir trasformate in un qualcosa di bello. Si fanno facciate piatte, con al massimo dei mattoncini, si aggiungono gli elementi essenziali, e basta. Il risultato è che nella nostra capitale ci sono parecchie zone con edifici che oscillano tra l’ “insignificante” e il “deprimente”.
Eppure non credo che ci vorrebbe un enorme sforzo di fantasia, o di soldi, per rendere le facciate dei palazzi più interessanti.
“Ok. In questo confronto non stai glorificando un po’ troppo Barcellona?”
Naturalmente, è assolutamente vero che anche Barcellona ha i suoi bei problemi, molti dei quali in comune con Roma.
Visto però che esiste il luogo comune secondo cui “la Spagna è simile all’Italia” e “gli Spagnoli sono un po’ come gli Italiani“, ecco ci tengo a precisare che secondo me no, non è del tutto vero: almeno prendendo come riferimento Roma e Barcellona, a me sembra che a Barcellona le cose vadano un pochino meglio.
Naturalmente, anche Barcellona soffre la presenza dei circhi moderni che distraggono la gente (lavori d’ufficio improduttivi, banche, consumismo), quindi non è che la l’amministrazione e la popolazione siano composte da molti più intellettuali, scienziati e artisti, in grado di riempire la città di meraviglie a ritmi velocissimi.
Dubito che vedremo apparire presto a Barcellona nuove opere d’arte al livello delle opere di Gaudí, così come dubito che vedremo apparire presto a Roma costruzioni gloriose al livello delle costruzioni dell’antico impero.
Eppure la mia sensazione è che, anche se le due città sono inserite in un contesto globale simile, la Barcellona moderna stia usando i mezzi a disposizione in maniera più intelligente rispetto alla Roma moderna, riuscendo nonostante tutto ad aggiungere più valore alla città anche in questo periodo, e riuscendo a gestire meglio il valore preesistente della città.
Io credo che sia questo talento il responsabile del successo turistico di Barcellona, e che sia anche il motivo per cui, secondo me, nella capitale catalana anche i residenti hanno una qualità della vita piuttosto alta.
Roma oggi è una città meravigliosa, Roma è una ricchissima ereditiera, ma io credo che abbia diverse cose da imparare dall’ attitudine della meno fortunata Barcelona. Speriamo che ci riesca.